Chiara Facciani
Uganda
L’Uganda è uno stato dell’Africa Orientale che confina con il Sudan del Sud, il Kenya, la Tanzania, il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo.
Con una popolazione stimata di 30 milioni di abitanti, l’Uganda ospita più di trenta gruppi etnici, di cui il Bantu è il più diffuso. La principale popolazione Bantu è costituita dai Baganda (o Ganda) che rappresentano più della metà degli abitanti.
Le lingue più diffuse sono l’inglese, introdotto durante l’epoca coloniale, lo swahili, considerata la lingua ufficiale, e il luganda parlato dai Baganda.
La religione più praticata è il cristianesimo ed è presente anche una grande comunità musulmana (13%). Nelle zone rurali sono anche praticate le religioni indigene.
A causa delle influenze delle altre culture come quelle americane, europee e asiatiche, la società sta cambiando rapidamente, di conseguenza la percezione di questa cultura può essere diversa a seconda delle persone con cui si viene a contatto.
La cultura
L’antropologo Hall (1976) include l’Uganda tra le culture ad alto contesto. La comunicazione è indiretta e vengono spesso utilizzate storie e proverbi per esprimere un concetto.
La diversità dei gruppi etnici e delle lingue parlate, che coesistono nelle aree urbane e rurali, provocano delle difficoltà e incomprensioni nella comunicazione. Vengono usati gesti, espressioni facciali, suoni e movimenti del corpo per facilitare la comprensione del messaggio poiché offrono informazioni aggiuntive rispetto alla componente verbale.
La cultura ugandese è molto ospitale. Nelle zone rurali, in segno di benvenuto agli ospiti si offre sempre da bere e da mangiare, spesso anche comprando viveri che non ci si potrebbe permettere. Rifiutare il cibo che viene offerto può essere interpretato come un segno di maleducazione.
La famiglia riveste un ruolo centrale nella società. Spesso gli uomini giovani si trasferiscono nelle città, che costituiscono solo il 24% del territorio, ma tornano nel loro villaggio quando hanno delle difficoltà economiche. Nelle zone rurali infatti tutte le famiglie hanno un terreno che viene solitamente usato per l’agricoltura e che fornisce sostentamento.
Le modulazioni della voce
(paralinguistica)
In Uganda, come nella maggior parte delle culture dell’Africa Subsahariana, vi è la tendenza ad utilizzare un volume di voce che può essere percepito alto dalle culture occidentali.
Ovviamente ci sono variazioni nell’uso della voce, in base ad età, costituzione fisica, genere, contesto e status sociale.
Usare lunghe pause o esitazioni nei dialoghi può essere interpretato come un segno di scortesia e maleducazione dagli ugandesi; perciò il silenzio viene usato il meno possibile.
La percezione del tempo
(Cronemica)
L’Uganda viene considerata una società policronica, in cui gli individui hanno un’idea flessibile, non misurabile e non controllabile del tempo. Il concetto di tempo è diverso nelle zone urbanizzate, dove viene scandito in secondi e minuti, e in quelle rurali, dove viene percepito in base alle stagioni e ai periodi dell’anno.
Il tempo non viene preso molto in considerazione, la puntualità è pressoché inesistente, si è soliti aspettarsi ritardi anche di due ore. Quando si fissa un appuntamento spesso gli individui mentono sull’orario di ritrovo aggiungendo un’ora in più in modo tale da assicurare la puntualità.
Gli ugandesi danno molta importanza al tempo libero, solo poche ore della giornata sono dedicate al dovere, per esempio a svolgere il proprio lavoro. Si impiega il resto del tempo per rilassarsi, riposare, mangiare, prendersi cura di sé. In media sono le donne a dedicare più ore della giornata al tempo libero. La maggior parte delle scadenze può essere prorogata fino al completamento di un progetto.
La gestione dello spazio
(prossemica)
Lo spazio interpersonale, ovvero la distanza che si ritiene opportuno tenere negli incontri interpersonali, dipende da fattori come il genere dei partecipanti, la loro età e il loro grado di intimità.
Lo spazio personale in Uganda è molto ridotto e, sui mezzi pubblici, è quasi inesistente. Solitamente le persone tendono a stare molto vicine le une alle altre quando parlano.
Contatto fisico
Aptica
Molte volte le persone dello stesso genere si tengono per mano durante una conversazione, oppure possono toccare le braccia e le spalle del proprio interlocutore.
È normale vedere amici dello stesso genere camminare per strada mano nella mano, mentre tra uomini e donne c’è poco contatto fisico.
Le manifestazioni di affetto in pubblico, come ad esempio i baci, non sono accettabili specialmente nelle zone rurali.
i Movimenti del corpo
(cinesica)
Tra i movimenti del corpo che hanno uno specifico valore culturale in Uganda esiste la pratica di inginocchiarsi.
Questa è specifica del Baganda, una regione al centro del paese, e viene svolta dalle donne che mostrano rispetto inginocchiandosi al marito, alle persone anziane o al proprio capo.
Non inginocchiarsi è maleducazione e viene interpretato come una mancanza di rispetto. Solitamente ci si inginocchia nell’ambiente familiare o lavorativo quando si saluta, si serve il cibo o si vogliono chiedere dei soldi.
Poiché dipende dalle famiglie, la pratica di inginocchiarsi varia nelle sue modalità: nelle famiglie più tradizionaliste bisogna rimanere inginocchiate durante tutta la durata della conversazione, mentre in altre famiglie è sufficiente inginocchiarsi all’inizio e poi continuare a parlare.
La componente femminile della famiglia viene educata a questa pratica sin dall’infanzia.
il contatto visivo
Lo sguardo diretto è percepito come maleducazione o mancanza di rispetto.
In particolare donne e bambini delle zone rurali distolgono lo sguardo o guardano in basso quando dialogano con uomini, anziani o stranieri.
Non è comune guardare negli occhi una persona più anziana, uno straniero o una persona con uno status sociale superiore. Lo sguardo diretto si mantiene solo tra individui della stessa età, dello stesso genere e tra amici.
i saluti
Stringersi la mano è tra i saluti più comuni. Per mostrare ancor più rispetto quando si stringe la mano si tocca leggermente l’avambraccio con la mano opposta.
Le strette di mano sono molto energiche e si usa esclusivamente la mano destra.
Per le donne è buona norma aspettare che sia l’uomo a porgere la mano per primo.
Il saluto è prolungato ed è normale tenersi per mano durante l’intera durata della conversazione.
La mano sinistra
L’uso della mano sinistra è considerato offensivo, poiché questa viene considerata impura e da usarsi per l’igiene personale.
Si usa esclusivamente la mano destra per dare e ricevere doni, ma anche per stringere la mano, gesticolare e mangiare.
I gesti emblematici
Come ogni cultura, anche quella ugandese ha dei gesti emblematici, ovvero dei gesti che sono culturalmente specifici e possono essere causa di fraintendimenti e incomprensioni da parte di chi non ne conosce il significato.
Poiché l’Uganda è un paese multiculturale, i gesti differiscono da un’etnia all’altra.
Culturalmente viene considerato scortese indicare qualcuno direttamente con il dito indice, vengono piuttosto utilizzati l’intera mano o il braccio.
Il palmo della mano rivolto verso il basso accompagnato da un movimento circolare dall’alto verso il basso può avere diversi significati.
Potrebbe essere interpretato come una domanda “cosa succede?“, “che cosa?” o essere utilizzato per scusarsi.
Lo stesso gesto viene usato per dire a qualcuno di vergognarsi.
Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/gef4kSghZQU?t=21
Il palmo della mano rivolto verso l’esterno accompagnato dal braccio teso in alto che si muove da destra a sinistra significa “vieni“, “puoi passare!“.
Questo gesto può causare fraintendimenti comunicativi perché il suo movimento è simile al gesto di saluto usato nella maggior parte dei paesi occidentali.
La divisione dei ruoli
Rispetto alle comunità minori all’interno del paese i Baganda hanno strutture sociali definite che determinano fortemente il sistema di valori e comportamenti. La cultura dei diritti è ancora prevalentemente patriarcale, soprattutto nelle aree rurali.
All’interno dei villaggi c’è grande rispetto per la figura maschile, tanto che i membri della famiglia sono tenuti a mantenere delle forme reverenziali verso gli uomini, come inchini e inginocchiamenti.
In molte tribù esiste la figura del re che ha un ruolo privilegiato e viene rispettato da tutta la comunità.
Il ruolo della donna è subordinato a quello dell’uomo. Le donne sono responsabili della famiglia e delle attività domestiche e vengono rispettate dagli altri membri del gruppo solo se sposate. Una volta sposata la donna si trasferisce all’interno della famiglia del marito adottando il suo clan, la sua cultura e la sua religione.
In alcune zone è ancora presente la poligamia, l’uomo infatti può sposare cinque o più mogli a patto che riesca a prendersi cura di loro
Aspetto esteriore
Nella vita di tutti i giorni, le donne in Uganda portano vestiti fatti con stoffe colorate e a fantasia, tradizionali del paese.
Gli uomini invece indossano abiti occidentali come magliette o camicie e pantaloni.
Durante le occasioni speciali si indossano gli abiti tradizionali.
L’abito tradizionale portato dalle donne ugandesi si chiama gomesi o busuuti.
È un abito lungo fino a terra e dai colori sgargianti. Solitamente ha una scollatura quadrata, delle maniche a sbuffo e una fascia legata intorno alla vita.
La storia di questo vestito è legata al passato dell’Uganda come colonia britannica.
Il gomesi o busuuti fu imposto dai coloni britannici alle donne ugandesi come uniforme scolastica perché il precedente abito tradizionale detto suuka non era considerato appropriato perché lasciava le spalle parzialmente scoperte.
Gli uomini indossano il kanzu, ovvero una tunica bianca lunga fino ai piedi. Questo abito ha origini arabe ed è arrivato fino in Uganda grazie ai mercanti arabi che visitavano il paese.
Sopra la tunica è comune mettere una giacca e in testa un cappello detto kofia.