Albania

Arianna Notaro

Albania

L’Albania si trova nella penisola balcanica e confina con il Montenegro, il Kosovo, la Macedonia del Nord, la Grecia, il Mar Adriatico e il Mar Ionio.

Con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti, l’Albania ha una composizione etnica piuttosto omogenea; infatti circa il 95% degli abitanti è di etnia albanese, le minoranze sono costituite da Greci, Valacchi o Aromeni (pastori transumanti), Macedoni, Montenegrini e una percentuale non ben definita di Rom.

La lingua ufficiale è l’albanese, che viene parlato dalla quasi totalità degli abitanti; solamente una piccola percentuale (circa l’1%) parla altre lingue come il greco, il macedone e il serbo-croato. Gran parte degli abitanti conosce la lingua italiana poiché nel paese i principali media seguiti, come programmi televisivi o radiofonici, sono in lingua italiana.

In Albania convivono cristiani cattolici, cristiani ortodossi, musulmani e bektashi (musulmani sufiti). L’appartenenza ad un credo religioso piuttosto che ad un altro non è motivo di discriminazione nel paese, infatti la costituzione consente la libertà di culto e non esistono vincoli che possano impedire la pratica di qualsiasi religione. Una buona percentuale di albanesi è totalmente atea.

A causa delle influenze di altre culture, la società sta cambiando rapidamente, di conseguenza la percezione di questa cultura può essere diversa a seconda delle persone con cui si viene a contatto.

La cultura

Sebbene l’Albania sia quasi alle porte dell’Europa occidentale, secondo l’antropologo Hall (1976), la sua cultura si pone a cavallo tra le culture mediterranee ad alto contesto e le culture della costa occidentale dei Balcani a basso contesto.

Gesti, movimenti del corpo, sguardo, modulazioni della voce e espressioni facciali accompagnano spesso il parlato che tende ad essere diretto ed esplicito. L’uso dei gesti è parte integrante della cultura albanese e aiuta gli individui ad esprimersi più facilmente.

cultura albanese e italiana a confronto

Possiamo confrontare la cultura albanese con la cultura italiana facendo riferimento alla scala di valori espressi da Hofstede (1980, 1991, 2001, 2010), un antropologo e psicologo sociale che ha sviluppato un modello a sei dimensioni per analizzare le caratteristiche principali di ogni cultura (dimensioni di Hofstede).

Questo modello fornisce delle indicazioni su tendenze culturali generali, ma all’interno di ogni cultura ogni individuo ha delle caratteristiche proprie e uniche.

Importanza delle gerarchie

Power Distance

Questa dimensione indica la misura in cui gli individui sono propensi ad accettare o meno la distribuzione ineguale del potere all’interno di un’organizzazione.

L’Italia ha un valore di 50/100, l’Albania di 90/100. L’Albania accetta quindi in misura molto maggiore, rispetto all’Italia, le gerarchie formali e ogni individuo comprende e riconosce le diseguaglianze nella società. Le organizzazioni sono fortemente centralizzate e il potere è nelle mani di pochi, gli individui si aspettano che venga detto loro cosa fare e come comportarsi.

Il rispetto per le gerarchie è il frutto di un passato comunista dalle ideologie staliniste che ha caratterizzato il paese per anni. Dalla seconda metà degli anni ‘40, sotto la guida di Enver Hoxha, l’Albania fu protagonista di una feroce dittatura: la proprietà privata venne abolita, le industrie furono nazionalizzate e la libertà di pensiero e di espressione fu repressa. In quegli anni venne vietato anche il culto religioso e qualsiasi forma di credo; addirittura il possesso di libri o oggetti religiosi era considerato reato, pena la reclusione fino a 10 anni. Anche musica, letteratura, spettacolo e più in generale ogni tipo di forma d’arte veniva controllato e pilotato dal regime che cercava di allontanare e screditare il mondo occidentale a suo favore. La paura di un’invasione occidentale o jugoslava portò il governo a costruire in tutto il paese migliaia di bunker in cemento.

Negli anni ‘80 l’Albania venne totalmente isolata dal resto del mondo. Negli stessi anni il “sigurimi“, una sorta di Intelligence del paese, si occupava di controllare e osservare tutto e tutti in modo da bloccare qualsiasi tipo di azione contro il regime. Gli abitanti erano controllati attraverso microspie, microfoni e telecamere che venivano piazzate ovunque e ciò creò un vero senso di panico tra gli individui che iniziarono a dubitare di tutti, anche dei membri della loro famiglia. Sebbene in quegli anni i grandi governi comunisti iniziarono a cadere, le scelte politiche del governo albanese diventavano sempre più restrittive.

Fino agli anni ‘90 la dittatura totalitaria tenne il paese completamente chiuso dal resto del mondo; un isolamento che finì solo dopo la caduta del comunismo creando un cambiamento generale nei comportamenti e negli atteggiamenti degli individui. Una radicale trasformazione del paese che portò al caos e ad una serie di proteste popolari negli anni a seguire.

Individualismo

Individualism

Questa dimensione mostra la tendenza della società a dare più importanza alle azioni del singolo rispetto a quelle del gruppo. Un valore basso in questa dimensione indica che la cultura è collettivista, un valore alto invece indica che la cultura è individualista.

L’Italia con un valore di 76/100 è considerata una cultura individualista; l’Albania con un valore di 20/100 è ritenuta una cultura collettivista, dove viene enfatizzata l’identità di gruppo più che del singolo.

Lealtà e fiducia sono valori fondamentali nelle relazioni interpersonali, gli individui danno molta importanza alle opinioni e ai giudizi degli altri. Questo è probabilmente frutto della storia che ha completamente cambiato gli atteggiamenti e i valori degli individui che per anni sono stati governati da una massiccia psicosi e paura che li ha uniti non permettendo loro di esprimere la propria individualità. Infatti l’identità non poteva essere sviluppata secondo le proprie scelte, ma veniva determinata dallo stato comunista.

Gruppo di uomini che giocano a Valona, Albania
Gruppo di uomini che giocano a Valona, Albania

Competitività

Masculinity

Questa dimensione si riferisce alla prevalenza di valori quali il successo e la competitività rispetto alla solidarietà, alla qualità della vita e alle relazioni. Un valore alto indica che la cultura è competitiva, un valore basso indica che la cultura è orientata verso la solidarietà e le relazioni.

L’Italia, con un valore di 70/100, e l’Albania, con un valore di 80/100, sono culture fortemente orientate al successo e all’assertività. Gli individui tendono ad essere molto orgogliosi dei loro successi e dei loro traguardi. Il valore più alto dell’Albania rispetto a quello dell’Italia indica una propensione più alta alla competitività, probabilmente dovuta al fatto che gli individui per anni si sono sentiti totalmente isolati dal resto del mondo e oggi c’è la tendenza ad una rivalsa, un desiderio di essere considerati dal resto del mondo e affermare la propria identità, che prima era stata negata.

Avversione all’incertezza

Uncertainty Avoidance

Questa dimensione indica la misura in cui i membri di una cultura si sentono minacciati dall’incertezza del futuro. Un valore basso indica che la cultura accetta l’incertezza, un valore alto invece indica che la cultura si sente minacciata dall’incertezza del futuro.

La cultura italiana, con un valore di 75/100, e la cultura albanese, con un valore di 70/100, sono simili; entrambe le culture non si sentono a loro agio in situazioni di incertezza e ambiguità del futuro e sono portate a pianificare gli eventi per ridurre i rischi derivanti da tali situazioni.

Orientamento al futuro

Long Term Orientation

Questa dimensione indica la tendenza di una società a conservare le tradizioni del passato o piuttosto a cercare il cambiamento. Le culture con un valore basso in questa dimensione sono quelle che desiderano mantenere vive le tradizioni e le norme del passato e guardano con diffidenza al cambiamento. Le società con un valore alto in questa dimensione sono invece quelle che hanno un approccio più pragmatico e lavorano per prepararsi ai cambiamenti del futuro.

L’Italia e l’Albania hanno lo stesso valore di 61/100 e sono considerate culture pragmatiche che sanno adattarsi ai cambiamenti futuri.

Indulgenza

Indulgence

Questa dimensione differenzia le culture sulla base di quanto ritengano necessario o giusto che i desideri degli individui siano soddisfatti. Un valore basso indica una cultura con un alto grado di controllo sui desideri individuali, un valore alto invece indica una cultura indulgente, con un basso grado di controllo.

L’Italia ha un valore di 30/100; l’Albania 15/100. Ciò mostra che in entrambe le culture gli individui tentano di controllare i propri desideri e impulsi ritenendo la gratificazione un qualcosa di sbagliato. Il valore più basso dell’Albania rispetto all’Italia mostra come questa cultura sia più propensa a controllare i propri desideri. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che per anni, durante il regime comunista, la libertà di esprimere il proprio pensiero è stata repressa a favore di ideologie incentrate sul dovere e sullo screditamento di pensieri non ortodossi che non abbracciavano il comunismo.

Hofstede, 2010, Modello delle 6 Dimensioni
Hofstede, 2010, Modello delle 6 Dimensioni

le modulazioni della voce

(paralinguistica)

Gli albanesi usano comunemente un volume di voce alto, che viene interpretato positivamente dagli albanesi stessi. Chi invece viene a contatto con gli albanesi per la prima volta potrebbe interpretare questo alto volume di voce in modo sbagliato, ovvero come un litigio tra parlanti, tuttavia non è così.

Quando due albanesi usano un volume di voce alto stanno probabilmente parlando di un argomento importante come, per esempio, la politica.

È anche comune interrompere il proprio interlocutore. Questa è una pratica normale e non è percepita come qualcosa di negativo.

La gestione dello spazio

(prossemica)

Lo spazio interpersonale, ovvero la distanza che si ritiene opportuno tenere negli incontri tra due o più persone dipende da fattori come il genere dei partecipanti, la loro età e il loro grado di intimità.

In Albania nelle interazioni interpersonali la distanza tra gli individui è generalmente molto ridotta, solitamente di circa 40 cm. Violare lo spazio di un’altra persona è considerato normale e non viene percepito come un’invasione del territorio; anzi, la vicinanza viene interpretata come un segno di maggiore attenzione verso il proprio interlocutore.

Contatto fisico

Aptica

Toccare la spalla o il braccio del proprio interlocutore mentre si parla è una pratica accettata. Tuttavia il contatto fisico tra uomini, come ad esempio baci e abbracci, non è comune e viene visto con diffidenza.

Tra donne invece, anche negli spazi pubblici, c’è molto contatto fisico; è facile osservare due donne passeggiare per mano o a braccetto.

Il contatto fisico cambia a seconda del ruolo e dello status sociale dei parlanti, ad esempio quando si parla con una persona con un ruolo superiore si tende ad essere rispettosi e quindi a non usare nessun tipo di contatto fisico.

Donne che passeggiano in un parco
Donne che passeggiano in un parco

i Movimenti del corpo

(cinesica)

il contatto visivo

Il contatto visivo viene mantenuto durante le conversazioni perché ritenuto segno di interesse e rispetto. Distogliere lo sguardo o guardare in basso può essere interpretato come mancanza di coinvolgimento e segno di maleducazione.

Abbassare gli occhi viene percepito anche come un segnale di sottomissione o un’ammissione di colpa. In alcuni casi se lo sguardo abbassato viene accompagnato da un cenno con il capo può essere interpretato come approvazione.

Testimonianza insegnante di italiano

i saluti

I saluti rispecchiano la cultura occidentale mediterranea. Tra persone che si conoscono, soprattutto tra i giovani, ci si saluta con baci sulla guancia. La stretta di mano è invece il saluto più usato tra persone che non si conoscono.

Per mostrare rispetto spesso gli uomini posano la mano sinistra sul petto, all’altezza del cuore, con un leggero inchino in avanti mentre stringono la mano in segno di saluto.

I gesti emblematici

Come ogni cultura, anche quella albanese ha dei gesti emblematici, ovvero dei gesti che sono culturalmente specifici e possono essere causa di fraintendimenti e incomprensioni da parte di chi non ne conosce il significato.

Gesti negazione e consenso in Albania

Uno dei gesti che può creare fraintendimenti è il movimento della testa. Storicamente, un cenno verticale veloce con il capo, accompagnato dalla componente verbale, viene interpretato come una negazione, mentre un cenno orizzontale del capo, sempre accompagnato dalle parole, viene interpretato come consenso.

Questo gesto viene usato, con lo stesso significato, anche in Bulgaria.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/eWryEI378DA?t=32

In diverse zone dell’Albania il gesto del pollice in su, che viene interpretato dal mondo occidentale come segno di approvazione, non viene compreso.

Gesto pollice su in Albania non viene compreso
Gesto maleducato e offensivo per gli interlocutori albanesi

Il movimento di far toccare l’indice e il pollice creando una sorta di cerchio, mantenendo le altre dita distese e rivolgendo il palmo verso l’interlocutore è un gesto maleducato e offensivo.

Tuttavia, oggi in Albania si sa che lo stesso gesto viene interpretato come “ok” in molte culture occidentali.

Il gesto in cui una mano è chiusa in un pugno e posata sopra il palmo della mano opposta ha un significato di offesa.

Aspetto esteriore

Nella cultura albanese l’aspetto esteriore si spiega rifacendosi alla storia comunista che per anni ha portato l’Albania ad isolarsi dal resto del mondo. Esprimere la propria identità attraverso l’abbigliamento non era consentito dal regime, il quale sosteneva il principio dell’uniformità dell’intera popolazione. Sotto il regime comunista i colori dominanti per l’abbigliamento erano scuri, ad esempio le uniformi scolastiche usate dai giovani erano nere e venivano abbinate solo ad una sciarpa di colore rosso.

Dopo la caduta del regime gli albanesi hanno iniziato a vestirsi come desideravano, a volte anche imitando lo stile occidentale. Questo ha portato in molti casi anche ad esagerazioni del proprio look, ad esempio tacchi alti, abiti eleganti e gioielli eccessivi per le donne.

Sebbene oggi i costumi tradizionali della cultura albanese non siano più usati nel quotidiano, essi rappresentano fortemente l’identità del paese e vengono usati in occasione di cerimonie e feste folcloristiche.

Fustanella

La Fustanella è una gonna bianca molto larga e lunga fino al ginocchio che viene indossata dagli uomini nelle zone del sud-ovest del paese. La gonna viene abbinata ad una camicia bianca con maniche larghe e fluenti e un gilet ricamato a mano.

Il Qeleshe è un cappello di lana bianca indossato dagli uomini. La sua forma, che può essere appuntita o piatta, varia da regione a regione.

Qeleshe: cappello di lana bianca
Xhubleta

Il Xhubleta è un costume popolare femminile.

Consiste in una lunga gonna con fondo a campana realizzata in feltro, che la rende molto pesante; infatti si dice che una Xhubleta perfetta debba stare in piedi da sola, senza cadere.

Questa gonna viene abbinata ad una camicia, a calzettoni alti, a cinture e a vari accessori decorati con disegni antichi.