Il progetto impact

M. Grazia Busà, Chiara Facciani, Arianna Notaro

Descrizione e obiettivi

L’immigrazione è un fenomeno in continua crescita, sempre più complesso, che rappresenta una sfida a livello di integrazione locale e internazionale.

L’aumento della mobilità e la diversità linguistico-culturale determinata dai fenomeni migratori interessano tutta l’Italia.

Descrizione e obiettivi progetto Impact

La Regione Veneto ha un’incidenza stabile di migranti e rifugiati sul totale della popolazione residente di circa il 10%.

Il Progetto IMPACT (Integrazione dei Migranti Con Politiche ed Azioni Coprogettate sul Territorio) della Regione Veneto, parte del programma nazionale FAMI (del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) 2014-2020 (prorogato fino al 2022), nasce con l’obiettivo di promuovere l’integrazione dei cittadini regolarmente immigrati e residenti nella Regione Veneto. 

Sono quattro le aree di intervento:

La qualificazione del sistema scolastico;

La promozione dell’accesso ai servizi;

Lo sviluppo di servizi di informazione qualificati;

L’incentivazione alla partecipazione attiva degli immigrati­­.

L’Università di Padova ha collaborato attivamente ai progetti relativi all’integrazione e all’inclusione all’interno del progetto IMPACT dal 2018 al 2022.

La nostra ricerca

Il linguaggio non verbale interculturale

Per facilitare i processi di integrazione e inclusione dei migranti in Italia vi è molta attenzione alle questioni linguistiche, culturali e sociali, mentre gli aspetti della comunicazione non verbale sono spesso trascurati, nonostante essi abbiano un ruolo centrale nell’ambito della comunicazione interculturale poiché possono essere causa di fraintendimenti, stigmatizzazioni e pregiudizi, minando così i processi di integrazione e inclusione.

All’interno del progetto IMPACT la nostra ricerca si è proposta di colmare questa lacuna e tracciare una panoramica sulle differenze culturali nel linguaggio non verbale che emergono nella comunicazione interculturale tra migranti e rifugiati da un lato e operatori che lavorano a stretto contatto con loro (assistenti sociali, docenti, ecc.) dall’altro. 

L’obiettivo era quello di promuovere la conoscenza e la comprensione delle differenze negli usi e nell’interpretazione del non verbale, e così facendo contribuire a migliorare i rapporti interpersonali e professionali, favorendo in questo modo il processo di integrazione e inclusione.

L’attenzione è stata posta sia su elementi quali lo sguardo, i gesti, l’uso della voce, luso dello spazio interpersonale, la percezione del tempo e il contatto fisico, sia su differenze di valori e modelli culturali che hanno un effetto sulle relazioni interpersonali e sulla visione del ruolo dell’individuo nella società. Adottando il modello sviluppato dall’antropologo e psicologo sociale Hofstede (1980, 1991, 2001, 2010) le dimensioni analizzate sono: l’importanza delle gerarchie, l’individualismo, la competitività, l’avversione all’incertezza, l’orientamento al futuro e l’indulgenza.

La ricerca

La raccolta dei dati

I dati sono stati raccolti attraverso quattro tipi di azioni:

  1. Selezione e contatto con le associazioni, enti, cooperative del territorio Veneto;
  2. Distribuzione di questionari ai membri delle associazioni, enti e cooperative;
  3. Focus group con gli operatori;
  4. Interviste dirette ai migranti (dove possibile).

Le associazioni che hanno partecipato al progetto sono state individuate tramite il sito della Regione Veneto, facendo ricerche su internet e sui social network e attraverso contatti con altre associazioni. 

Successivamente sono stati organizzati incontri di confronto in presenza o da remoto per spiegare il progetto e i suoi obiettivi e per recepire l’interesse degli operatori a partecipare alla ricerca.

Sono stati distribuiti questionari, tramite google moduli, contenenti domande di carattere generale, con lo scopo di ottenere informazioni qualitative e quantitative sul campione di migranti presente all’interno degli enti, delle associazioni e delle cooperative.

In base alle risposte ottenute con i questionari sono stati condotti dei focus group con domande specifiche sulle caratteristiche dei migranti e sui servizi erogati da ogni associazione. 

Sono stati poi distribuiti altri questionari, suddivisi per area culturale. 

Le aree interessate sono state:

Nord Africa;

Africa subsahariana;

Est Europa;

Asia Meridionale;

America Latina.

Infine, per raccogliere dati più specifici sui codici non verbali sono state svolte delle interviste con gli stessi migranti.

Elaborazione e output

I dati raccolti attraverso i questionari e le esperienze riportate dagli operatori nei focus group sono stati analizzati e riportati qui oltre ad essere presenti nei testi delle singole culture.

L’elaborazione dei dati ha messo in luce quali siano le culture con cui gli operatori vengono maggiormente in contatto ed ha evidenziato le diversità nelle dinamiche comunicative interculturali.

L’eterogeneità culturale con cui si relazionano quotidianamente gli operatori del territorio rispecchia le dinamiche migratorie che caratterizzano la Regione Veneto

La diversità di provenienza dei migranti e rifugiati, così come le motivazioni che spingono queste persone a raggiungere la Regione Veneto, ha reso non facile scegliere quali culture prendere in esame.

Si è deciso di esaminare principalmente le culture che sono presenti in Veneto in numero più consistente.

Le culture analizzate sono: 

Culture Nordafricane (Marocco ed Egitto);

Culture dell’Africa Subsahariana (Sudan, Uganda, Ghana, Nigeria);

Culture dell’Asia Meridionale (Bangladesh, India e Pakistan, Sri Lanka);

Culture dell’Asia Orientale (Cina);

Culture dell’Est Europa (Albania, Kosovo, Romania, Moldavia, Ucraina);

Culture dell’America Latina (Brasile, Colombia, Repubblica Dominicana).