Cultura Cina

M. Grazia Busà, Chiara Facciani

Cina

La Cina è lo stato più esteso dell’Asia Orientale. Con una popolazione di circa 1,4 miliardi di abitanti, che rappresentano circa un quinto dell’intera popolazione mondiale, è il paese più popolato al mondo.

Il 90% della popolazione appartiene all’etnia Han, tuttavia sono presenti più di cinquanta minoranze etniche, come ad esempio i Bai, gli Yao, gli Zhuang, i Miao, i Naxi, gli Zang e gli Uygur.

La lingua più parlata è il mandarino, anche detto pǔtōnghuà, che è la lingua ufficiale del paese e anche la lingua franca poiché è considerata la lingua cinese standard.

Tra le lingue più parlate ci sono anche il wu, il min, l’hakka e lo xiang. Sebbene nel corso della storia si siano sviluppate diverse religioni, filosofie e credenze, circa l’80% della popolazione si professa atea mentre il restante 20% segue il Taoismo, il Confucianesimo, il Buddismo, l’Islam e il Cristianesimo.

Per l’influenza delle altre culture la società sta cambiando rapidamente, di conseguenza la percezione di questa cultura può essere diversa a seconda delle persone con cui si viene a contatto.

La cultura

In Cina la comunicazione tende ad essere indiretta. Le informazioni trasmesse a parole possono sembrare, a un occidentale, poco dettagliate.

Nella lingua cinese moderna molte parole sono omofone, ovvero hanno un significato diverso ma si pronunciano allo stesso modo. Questo fenomeno, che si verifica in tutte le lingue del mondo, è particolarmente frequente in cinese a causa del numero limitato di sillabe con cui vengono formate le parole, che possono essere mono o bisillabiche. L’uso dei toni risolve solo in parte il problema dell’omofonia in cinese e rimangono molte le parole che hanno lo stesso suono ma significati diversi, causando spesso malintesi e fraintendimenti comunicativi.

La frequenza di omofoni in Cinese è terreno fertile per la creazione di giochi di parole o di allusioni e rende i cinesi attenti alle connessioni di significato tra parole dal suono simile. I cinesi possono anche compensare in parte le ambiguità create dall’omofonia attraverso l’uso di gesti, movimenti del corpo, modulazioni della voce, sguardo ecc.

Nelle conversazioni è comune evitare i rifiuti, che sono considerati maleducati. Si tende infatti a dire di essere d’accordo con il proprio interlocutore, anche se non lo si è davvero, per preservare l’armonia nelle conversazioni e, più in generale, nelle relazioni. Generalmente quando si vuole esprimere un rifiuto si tende ad usare termini come “non sono sicuro“, “forse“, “non lo so” per non essere vincolati a dare una risposta diretta al proprio interlocutore. Spesso gli individui per evitare “no” diretti mostrano imbarazzo e trovano scuse per non fare brutta figura per non doversi esprimere esplicitamente. 

Quando due persone sono in disaccordo è comune per i parlanti riprendere il discorso del proprio interlocutore, sottolineando i punti principali della questione in modo accondiscendente, mostrando rispetto e ragionevolezza. Allo stesso tempo viene però evitata la contraddizione diretta, se non si è d’accordo su un determinato punto non se ne parla, lasciando così l’interlocutore interrogarsi sulle questioni non trattate, preferendo non affrontare direttamente il problema.

Secondo l’antropologo Hall (1976) tutti questi elementi rendono la cultura cinese una cultura ad alto contesto, e cioè una cultura dove i fattori contestuali giocano un ruolo fondamentale nell’interpretazione del messaggio che viene comunicato.

Persone cinesi in un parco
Persone cinesi in un parco

cultura cinese e italiana a confronto

Possiamo confrontare le caratteristiche della cultura cinese e di quella italiana facendo riferimento alla lente di analisi elaborata dall’antropologo e psicologo sociale Hofstede (dimensioni di Hofstede) (1980, 1991, 2001, 2010).

Questo modello fornisce delle indicazioni su tendenze culturali generali, ma all’interno di ogni cultura ogni individuo ha delle caratteristiche proprie e uniche.

Importanza delle gerarchie

Power Distance

Questa dimensione fa riferimento alla misura in cui gli individui accettano o meno la distribuzione di potere e, di conseguenza, le disuguaglianze. L’Italia ha un valore di 50/100, mentre la Cina di 80/100. Questo indica che la Cina è una società molto più gerarchica di quella italiana.

Il rispetto per le gerarchie è evidente in diversi ambiti, tra cui quello lavorativo, in cui la relazione superiore-dipendente è gerarchizzata. I dipendenti hanno solitamente un atteggiamento sottomesso e rispettoso nei confronti del loro capo. I leader e i manager tendono invece ad essere più liberi di esprimere la propria opinione ai subordinati, i quali, in molti casi, non possono rifiutare le richieste o dissentire dalle idee dei loro superiori.

Un superiore che riprende una sua sottoposta
Un superiore che riprende una sua sottoposta

Anche in ambiente scolastico la relazione tra insegnante e studente è ben definita e gerarchizzata. Gli studenti tendono a essere rispettosi e ligi al dovere; i genitori osservano un criterio gerarchico quando si relazionano con gli insegnanti, affidandosi totalmente al loro lavoro e cercando di interferire il meno possibile.

Spesso questo comportamento viene interpretato da parte degli insegnanti italiani come un disinteresse dei genitori verso i propri figli.

Bambini che alzano la mano in una classe in Cina
Bambini che alzano la mano in una classe in Cina

L’organizzazione gerarchica è un’eredità dell’antica morale confuciana secondo cui la famiglia e lo Stato si fondano sull’autorità e sui doveri reciproci. Il confucianesimo basa i suoi principi sull’armonia sociale e sulla stabilità della società.

Ciò si può osservare anche nel modo in cui viene vista la famiglia e nei ruoli gerarchici dei suoi componenti. Spesso nella famiglia gli individui tendono ad usare appellativi di rispetto come “sorella maggiore”, “fratello maggiore” anziché usare i nomi propri di persona.

Individualismo

Individualism

Questa dimensione si riferisce alla tendenza di una società a dare più importanza alle azioni del singolo rispetto a quelle del gruppo. Un valore basso indica che la cultura è collettivista, un valore alto invece indica che la cultura è individualista.

L’Italia ha un valore di 76/100 e dà maggiore importanza alle azioni individuali rispetto a quelle della collettività.

D’altro lato, la Cina ha un valore di 20/100 per cui è una società collettivista, un valore influenzato dall’ideologia comunista che ha rafforzato l’idea di comunità.

La famiglia è al centro della collettività. È comune portare rispetto ai membri più anziani e celebrare le festività con la famiglia.

Famiglia cinese che celebra il capodanno
Famiglia cinese che celebra il capodanno

La famiglia tradizionale ha voce anche sul futuro dei membri più giovani a cui viene imposto dove andare a scuola, cosa studiare e, specialmente nelle zone più rurali e arretrate del paese, anche chi sposare.

Il rispetto verso la famiglia è visibile anche nei templi dedicati alla memoria degli avi, costruiti all’interno delle case su una mensola, un tavolino, un altare o anche in una stanza intera.

Nel memoriale si posizionano le foto dei defunti, una targhetta con i loro nomi, dei fiori freschi, offerte di piatti di cibo e di tazze di tè e dei bastoncini di incenso che servono a ‘comunicare’ con gli avi.

Questa pratica non è religiosa ma piuttosto socio-culturale, serve a coltivare valori come la fedeltà alla famiglia e la continuità della discendenza familiare e si svolge tutto l’anno.

Offerta per gli avi della famiglia
Offerta per gli avi della famiglia

Un altro aspetto comune alle società collettiviste è visibile nella tendenza a preferire la modestia e a non mettersi in mostra. Nelle interazioni è comune che un parlante minimizzi la sua opinione o i suoi risultati ed enfatizzi invece quelli degli altri. In ambiente lavorativo questo si traduce nella tendenza degli impiegati a non sottolineare i loro traguardi personali ma a dare il merito al gruppo intero.

Evidenziare le proprie abilità e i propri successi viene considerato vanitoso e altezzoso. Un altro aspetto del collettivismo è dato dall’importanza della rete di contatti e di conoscenze che possono condizionare le assunzioni nel mondo del lavoro, anche se si tende comunque a dare più priorità alle competenze e alla bravura dei candidati che alle sole conoscenze.

La valorizzazione della collettività rispetto all’individuo porta anche a vedere positivamente l’emulazione e l’omologazione con gli altri membri della comunità, pur nel rispetto della creatività e originalità di ogni individuo.

Competitività

Masculinity

Questa dimensione indica la misura in cui una cultura dà importanza a valori come il successo e la competitività, o piuttosto la qualità della vita e delle relazioni. Un valore alto indica che la cultura è competitiva, un valore basso indica invece che la cultura è orientata verso la solidarietà e le relazioni. L’Italia ha un valore di 70/100, mentre la Cina di 66/100.

Entrambe le culture sono quindi orientate alla competitività e al successo.

In Cina il successo e la competitività trovano espressione nell’arrivare per primi nel proprio campo o nel proprio settore. Questa visione del successo inizia nell’ambiente scolastico e prosegue negli altri ambiti della vita. Agli studenti viene chiesto di studiare molto, anche oltre l’orario scolastico, per raggiungere gli obiettivi ed assicurarsi una carriera di successo.

La propensione a raggiungere i propri obiettivi è legata all’aspetto collettivista della società poiché si tende a fare del proprio meglio per non perdere la faccia e deludere i membri del proprio gruppo. In ambiente lavorativo questo si traduce nella disponibilità dei dipendenti a rimanere in ufficio fino a tardi e ad essere disposti a lavorare anche nel fine settimana.

Avversione all’incertezza

Uncertainty Avoidance

Questa dimensione indica la misura in cui i membri di una cultura si sentono minacciati dall’incertezza del futuro. Un valore basso indica che la cultura accetta l’incertezza del futuro, un valore alto indica invece che la cultura si sente minacciata dall’incertezza del futuro. Il valore dell’Italia di 75/100 indica che, a livello culturale, si teme l’imprevedibilità del futuro.

La Cina ha un valore di 20/100, che indica che è una società con un grado elevato di tolleranza per l’incertezza e l’ambiguità. La capacità di accettare e di adattarsi all’incertezza del futuro è legata all’idea di yin e yang, concetto della filosofia cinese che descrive come gli opposti siano in realtà connessi, complementari e soprattutto mutevoli.

Non sono infatti delle categorie rigide e statiche ma, al contrario, sottolineano il mutamento perenne e la continuità di tutte le cose.

Questa filosofia influenza il modo di vivere degli individui poiché prevale la capacità di adattarsi ai cambiamenti e accettare che il futuro non può essere sempre controllato.

L’idea di mutevolezza e continuità dei concetti yin e yang si riflette anche nella lingua. Il mandarino è una lingua ambigua in cui spesso il significato è dato dal contesto e non dalle singole parole. Per esempio i verbi non si coniugano al passato, al presente o al futuro ma il tempo si chiarisce dal contesto della frase. Anche l’omofonia contribuisce a rendere le frasi a volte enigmatiche.

Orientamento al futuro

Long Term Orientation

Questa dimensione indica la tendenza di una società a conservare le tradizioni del passato o piuttosto a cercare il cambiamento. Le culture con un valore basso in questa dimensione sono quelle che desiderano mantenere vive le tradizioni e le norme del passato, e guardano al cambiamento con diffidenza.

Le società con un valore alto sono invece quelle che hanno un approccio più pragmatico e lavorano per prepararsi ai cambiamenti del futuro. L’Italia ha un valore di 61/100 e la Cina di 87/100. Entrambe le culture valorizzano il cambiamento, tuttavia in Cina questa tendenza è maggiore. 

La Cina era una società tradizionalmente orientata al passato, strettamente legata ai valori del confucianesimo, con la famiglia e lo Stato come sistemi di riferimento.

Tuttavia, a partire dalla rivoluzione culturale, la società è cambiata. Questa voglia di cambiamento della società cinese nasce negli anni del dopoguerra, con Mao, il quale decise di avviare il ‘grande balzo in avanti’ con lo scopo di produrre un grande sviluppo economico e accelerare il processo di trasformazione della società da socialista a comunista.

Questo rinnovamento è stato definito un vero disastro per l’economia e non solo della Cina. Sarà Deng Xiaoping ad essere l’artefice della modernizzazione cinese con un progetto di riforma, modernizzazione e sviluppo.

Un cambiamento radicale che ha portato non solo ad una piena espansione dell’industria e del commercio cinese ma anche ad un miglioramento della qualità di vita degli abitanti, i quali hanno cambiato radicalmente la loro prospettiva verso la modernizzazione.

La popolazione ora aspira al nuovo, al benessere, al gusto occidentale. Il ‘vecchio’ è considerato sinonimo di povertà e per questo viene malvisto. Ne sono un esempio le grandi metropoli cinesi che vengono continuamente ampliate, ristrutturate e modernizzate. Soprattutto dal punto di vista economico o tecnologico, qualora il passato e il futuro si scontrino tende a prevalere il futuro e la tradizione viene ‘scavalcata’ dal desiderio di avanzamento.

Nella maggior parte dei casi, questa tendenza all’innovazione e al futuro sembra convivere pacificamente con gli elementi della tradizione che vengono mantenuti vivi nonostante l’ammodernamento.

Edifici tradizionali accanto ai grattacieli a Chengdu, Cina
Edifici tradizionali accanto ai grattacieli a Chengdu, Cina

Indulgenza

Indulgence

Questa dimensione differenzia le culture sulla base di quanto ritengano che il soddisfacimento dei desideri degli individui sia importante, o quanto invece vada controllato. Un valore basso indica una cultura con un alto grado di controllo, un valore alto indica invece una cultura indulgente, con un basso grado di controllo.

L’Italia ha un valore di 30/100 e la Cina di 24/100.

Entrambe sono società caratterizzate da un forte controllo dei desideri, dove prevale il pessimismo e il dovere viene sempre anteposto al tempo libero.

La cultura cinese tende ad essere pragmatica e orientata al dovere. Questo è evidente negli ambienti lavorativi. Fino a poco tempo fa esisteva il cosiddetto sistema delle 996 ore di lavoro, in cui i dipendenti lavoravano dalle 9 di mattina alle 9 di sera per 6 giorni a settimana, per un totale di 72 ore a settimana.

Sebbene questo sistema fosse visto in modo positivo dai grandi imprenditori cinesi, i quali lo consideravano estremamente utile in termini di competitività, è stato considerato illegale dalla Corte Suprema e dal Ministero delle Risorse Umane.

Tuttavia questo sistema non è stato ancora del tutto eliminato dalla società, alcune aziende lo usano tutt’oggi per organizzare gli orari di lavoro dei propri dipendenti. Oggi viene consentito al datore di lavoro di chiedere ai propri dipendenti solo un’ora di straordinario al giorno e solo in caso di necessità, fino ad un massimo di tre ore di presenza.

Sebbene il sistema delle 996 ore violi gravemente le normative sul lavoro, le aziende trovano spesso espedienti “creativi” per aggirare le norme, dichiarando, ad esempio, che sono gli stessi dipendenti a scegliere volontariamente di lavorare anche dopo l’orario stabilito.

Persone che lavorano in una fabbrica in Cina
Persone che lavorano in una fabbrica in Cina

La propensione a dare priorità al dovere emerge anche in un sistema imposto dal governo centrale conosciuto come Social Credit System. Si tratta di un sistema a punti in base al quale ogni cittadino che rispetta i propri doveri come ad esempio pagare le tasse entro la scadenza o elogiare il partito comunista sui social riceve dei punti in cambio.

Questi si traducono in agevolazioni, per esempio, ottenere più facilmente un prestito in banca o una promozione al lavoro.

Se un cittadino non compie queste azioni possono esserci delle conseguenze come non poter prenotare biglietti di treni e aerei o non avere accesso a certi lavori. Questo sistema è ancora in fase di sperimentazione e per il momento sono state svolte delle prove solo a livello provinciale.

Hofstede, 2010, Modello delle 6 Dimensioni
Hofstede, 2010, Modello delle 6 Dimensioni

Le modulazioni della voce

(paralinguistica)

È comune usare un volume di voce alto. Questo, infatti, viene interpretato positivamente.

Negli ambienti privati, parlare con un volume alto indica che si sta bene e ci si sta divertendo.

Negli ambienti pubblici, invece, soprattutto nelle grandi città è quasi necessario per via della quantità di rumori continuamente presenti. Il volume della voce cambia, per esempio si abbassa, quando ci si relaziona con persone di status sociale più alto come per esempio il proprio insegnante o un superiore. 

Testimonianza operatore sociale

Il silenzio è considerato una virtù. Spesso, durante le conversazioni, si assiste a lunghi silenzi.

Questi non vengono visti come segno di imbarazzo ma come una forma di rispetto e ascolto. Significa infatti che prima di rispondere si sta prendendo del tempo per prendere in considerazione quello che è appena stato detto e dargli valore.

La percezione del tempo

(Cronemica)

La Cina è per tradizione una cultura policronica, ovvero una cultura che considera il tempo in modo flessibile e fluido.

Tuttavia, l’influenza occidentale, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, ha reso la cultura da alcuni punti di vista monocronica. In generale, si tende a essere puntuali e arrivare all’orario prestabilito, soprattutto se si deve incontrare qualcuno per la prima volta e se l’incontro è formale.

Negli appuntamenti più informali, invece, si dà meno importanza alla puntualità. Il tempo ha una concezione circolare tra “ciò che viene prima”, ovvero il passato, e “ciò che viene dopo”, il futuro.

In questa concezione gli individui percepiscono il futuro come qualcosa che ‘sta dietro’, che non si vede, che non è noto; mentre il passato è qualcosa che “sta di fronte a noi”, è visibile e conosciuto.

Testimonianza operatore sociale

La gestione dello spazio

(prossemica)

Lo spazio interpersonale, ovvero la distanza che si ritiene opportuno tenere negli incontri interpersonali dipende da fattori come il genere dei partecipanti, la loro età e il loro grado di intimità.

La Cina è uno stato con un’estensione pari a circa 32 volte l’Italia e quindi gli spostamenti, anche all’interno della stessa città, possono richiedere molto tempo.

Gli individui sono abituati a percorrere anche quotidianamente lunghe distanze e non si spaventano all’idea di passare diverse ore in viaggio. Di conseguenza la percezione di qualcosa di ‘molto lontano’ può essere interpretata in modo diverso dalla cultura cinese. 

C’è una differenza tra spazi pubblici e spazi privati. Gli spazi pubblici, ad esempio ristoranti, negozi, treni, metropolitane, stazioni, sono molto affollati; qui la distanza tra gli individui è molto ridotta, e la vicinanza tra persone non è percepita come un’invasione del proprio spazio personale.

Negli spazi privati, invece, avvicinarsi troppo all’interlocutore può essere considerato maleducato, soprattutto quando non si conosce bene la persona con cui si sta parlando.

Contatto fisico

Aptica

Tradizionalmente il contatto fisico viene evitato, soprattutto tra persone di genere diverso.

Si evitano le dimostrazioni di affetto in pubblico anche tra membri della stessa famiglia o di una coppia. Baciarsi o abbracciarsi al di fuori dell’ambiente intimo e familiare è considerato inappropriato.

Toccare l’interlocutore durante una conversazione può sembrare strano. Tuttavia, la tendenza a non toccarsi sta gradualmente attenuandosi e al giorno d’oggi può capitare di vedere coppie tenersi per mano, abbracciarsi e baciarsi anche in pubblico.

Testimonianza mediatrice culturale

In Cina i piedi, che sono la parte più bassa del corpo, sono considerati impuri.

Per questo motivo, nelle conversazioni formali e informali gli interlocutori dovrebbero sempre tenere i piedi ben saldi a terra: è considerato estremamente improprio e segno di mancanza di rispetto puntare le suole delle scarpe verso la controparte

i Movimenti del corpo

(cinesica)

il contatto visivo

Il contatto visivo diretto e prolungato tende ad essere evitato. Quando si ha a che fare con persone più anziane o con uno status sociale più alto è buona norma abbassare lo sguardo.

Lo sguardo diretto prolungato viene visto come una mancanza di rispetto e un segno di sfida.

Per esempio, il subordinato abbasserà lo sguardo per mostrare rispetto nei confronti del suo capo mentre un superiore che vuole riprendere un suo dipendente userà uno sguardo diretto.

Testimonianza insegnante di italiano L2

i saluti

Solitamente ci si saluta con una stretta di mano, che risulta tuttavia meno energica rispetto a quella che si usa in molti paesi occidentali.

Nelle situazioni formali è comune inchinarsi leggermente. Se la persona che si desidera salutare ha uno status sociale più alto, allora anche l’inchino sarà più marcato e più lungo. 

Inchino come forma di saluto
Inchino come forma di saluto

Quando si incontrano persone più anziane è bene salutarle per prime. 

Saluto informale in Cina

Tra i gesti usati per salutarsi è comune agitare una mano tenendo il palmo aperto e rivolto verso l’interlocutore.

Questo gesto viene usato nelle situazioni informali, con persone dello stesso status sociale e della stessa età.

Saluto informale per congedarsi

Chiudere la mano destra a pugno e appoggiarci sopra il palmo della mano sinistra significa “ciao“, “arrivederci“.

Questo gesto viene usato raramente nella vita quotidiana, tuttavia lo si può osservare nei contesti informali, tra amici, che lo usano per salutare in modo esagerato.

La mano sinistra

L’uso della mano sinistra, soprattutto per scrivere, viene spesso evitato. Alla mano sinistra è associato un valore negativo poiché la parola cinese zuo (sinistro) significa sbagliato e non ortodosso.

Per questo motivo, tutte le persone che nascono mancine vengono obbligate ad usare la mano destra sin da piccole in modo da conformarsi con il resto della popolazione. Tuttavia l’influenza delle altre culture e i cambiamenti sociali hanno portato a considerare la mano sinistra con un valore meno negativo, quindi, soprattutto tra le nuove generazioni non vi è nessuna differenza di uso tra le due mani.

Per porgere o ricevere qualcosa si usano entrambe le mani. Questo mostra interesse rispetto a ciò che si sta dando o ricevendo. Usare solo una mano può essere interpretato come un segno di maleducazione. 

Persona che consegna un regalo con due mani
Persona che consegna un regalo con due mani

I gesti emblematici

Come ogni cultura, anche quella cinese ha dei gesti emblematici, ovvero gesti che sono specifici di quella cultura e possono essere causa di fraintendimenti e incomprensioni da parte di chi non ne conosce il significato.

Gesto in Cina per indicare sé stessi

Toccare il proprio naso con l’indice della mano sinistra è un gesto che viene usato, in alcune zone della Cina, per indicare sé stessi.

Nel sud della Cina, per ringraziare un cameriere del suo servizio nelle teahouse è frequente picchiettare più volte con il dito indice e il dito medio sul tavolo.

Questo gesto ha una tradizione molto antica. Infatti comparve durante la dinastia Qing quando l’imperatore Qianlong visitò la Cina in segreto. Si racconta che durante la visita l’imperatore servì il tè ai suoi ufficiali, ma poiché erano in pubblico e non potevano inginocchiarsi e chinare il capo sino a terra in segno di saluto, inventarono un gesto più discreto per mostrare rispetto e subordinazione.

In questo gesto le dita si muovono su e giù in modo continuo, rappresentando così metaforicamente gli inchini. Questo gesto è spesso causa di fraintendimenti comunicativi dato che in molte culture occidentali può significare nervosismo e impazienza.

Gesto del sud della Cina per ringraziare un cameriere
Gesto di imbarazzo, sorpresa

Posizionare il palmo della mano davanti alla bocca è sinonimo di imbarazzo. Viene inoltre usato per mostrare emozioni di sorpresa o quando si pensa di aver detto qualcosa di inappropriato.

Il gesto di grattarsi un sopracciglio viene usato per mostrare disagio o sfiducia.

Gesto per mostrare disagio o sfiducia
Gesto per augurare buona fortuna

Il gesto di chiudere la mano destra a pugno e appoggiare sopra la mano sinistra in modo da toccare e stringere quella destra viene usato per augurare buona fortuna a qualcuno.

Questo gesto appartiene alla tradizione e si usa soprattutto a capodanno.

Molto spesso viene usato dai giovani che, rivolgendosi agli anziani, lo usano per mostrare rispetto. Lo stesso gesto viene anche usato per fare le congratulazioni.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/KLCVEtZ6ZU4?t=264

Il gesto di chiudere entrambe le mani a pugno tenendo i pollici sollevati e toccando i mignoli di entrambe le mani può essere usato in alcune zone della Cina per augurare buona fortuna e speranza.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/KLCVEtZ6ZU4?t=311

Gesto per augurare buona fortuna e speranza
Gesto in segno di vittoria e/o pace

Il gesto di tenere il dito indice e quello medio alzati, le altre dita chiuse a pugno e il palmo della mano rivolto verso l’interlocutore viene usato mentre si scatta una foto, in segno di vittoria e/o pace.

Questo gesto trova le sue origini verso la fine degli anni ’60, quando venne usato per la prima volta all’interno dei fumetti manga, un fenomeno culturale che portò i personaggi pubblici ad usarlo quando venivano scattate foto.

Questo gesto oggi viene usato soprattutto dalle giovani donne quando si scattano una foto, anche senza pensare al suo significato.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/KLCVEtZ6ZU4?t=395

In alcune zone della Cina, strofinare il lobo dell’orecchio con la punta delle dita è un gesto usato per esprimere un commento positivo come “eccellente!”.

Gesto per esprimere un commento positivo come "eccellente!"
Gesti per indicare "sei un perdente" o "hai perso"

Per indicare “sei un perdente” o “hai perso” si usano due gesti, entrambi provenienti dalla cultura giapponese.

Il primo viene fatto tenendo la mano destra chiusa a pugno e il dito mignolo disteso e puntato in alto.

Il secondo gesto viene fatto con il pollice della mano sinistra che indica verso il basso e le altre dita chiuse a pugno.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/p71z61ZO19Q?t=133

Il gesto di unire le due mani e far toccare i palmi viene usato per ringraziare.

Gesto per ringraziare
Gesto per dire "no" oppure "non c'è possibilità"

Muovere il palmo della mano da sinistra verso destra all’altezza del viso significa “no” oppure “non c’è possibilità“.

Puntare il dito è un gesto molto maleducato, considerato appropriato solo per indicare animali.

Viene considerato maleducato ancor di più indicare qualcuno con le posate o con le bacchette che si usano per mangiare.

Per indicare qualcuno è meglio usare l’intero palmo della mano, in modo da mostrare rispetto e fiducia.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/Dj8Ur4pNeXQ?t=15

Gesto per indicare qualcuno
Gesto per chiamare qualcuno

Viene considerato un insulto chiamare qualcuno indicandolo con il dito indice o schioccando le dita.

Il gesto comune è quello di tenere il palmo rivolto verso il basso e muovere tutte le dita verso il proprio busto. 

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/Dj8Ur4pNeXQ?t=25

Per indicare i numeri con le mani esistono dei gesti specifici.

I gesti per indicare i numeri sono diversi da quelli usati in molte culture occidentali e questo può causare fraintendimenti.

Come contano i cinesi

Il numero uno viene fatto alzando il dito indice e tenendo chiuse a pugno tutte le altre dita.

Il numero due si fa alzando il dito indice e il dito medio e tenendo chiuse a pugno le altre dita.

Per fare il numero tre il pollice e il mignolo si toccano e le altre tre dita sono alzate.

Il numero quattro si produce tenendo tutte le dita alzate e distese tranne il pollice, che rimane piegato e tocca il palmo della mano.

La mano viene completamente aperta e il palmo rivolto verso l’interlocutore per indicare il numero cinque.

Il numero sei viene prodotto alzando il mignolo e il pollice che rimangono distesi e tenendo le altre dita chiuse a pugno.

Per fare il numero sette i polpastrelli di tutte le dita si toccano.

Il numero otto viene prodotto tenendo il mignolo, l’anulare e il medio chiusi a pugno, che toccano il palmo della mano, mentre l’indice e il pollice sono distesi e formano una L. Questo gesto spesso viene confuso con il gesto statunitense che indica “loser” ovvero perdente.

Il numero nove viene fatto alzando il pollice e l’indice tenendoli però leggermente piegati come a creare la lettera C, mentre le altre dita sono chiuse a pugno.

Infine, il numero dieci si fa tenendo la mano chiusa a pugno.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/-14YWScyigA?t=20

Aspetto esteriore

Nella vita di tutti i giorni, le persone che vivono nelle aree urbanizzate del paese usano un abbigliamento occidentale.

Soltanto nelle occasioni speciali come i compleanni, il capodanno e i matrimoni vengono indossati gli abiti tradizionali. In queste occasioni vengono spesso indossati degli abiti di colore rosso poiché è considerato di buon auspicio.

Coppia cinese con abiti tradizionali rossi
Coppia cinese con abiti tradizionali rossi

Gli abiti tradizionali sono di tantissime tipologie poiché cambiano a seconda delle etnie e delle aree geografiche. Tra i più comuni ci sono il cheongsam, l’hànfu e la giacca tang.

Cheongsam

Il cheongsam è un abito femminile attillato e solitamente è fatto di tessuti ricercati come per esempio la seta.

Il colletto è alto in modo da mantenere il collo coperto.

Hànfu è il nome di un abito tradizionale cinese indossato sia dagli uomini che dalle donne.

È composto da diversi strati, il collo solitamente ha un’apertura incrociata ed è lungo fino ai piedi.

Hanfu: abito tradizionale cinese
Tang: giacca da uomo

Tang è una giacca da uomo.

Il colletto è alto ed è solitamente in seta.

Tra gli elementi dell’aspetto esteriore, viene data molta importanza anche ai cosmetici.

La pelle chiara è considerata un simbolo di bellezza in Cina per questo le donne applicano strati di fondotinta su tutto il viso e del blush rosa sulle guance.

Per preservare la pelle chiara è anche comune vedere persone che aprono gli ombrelli per ripararsi dal sole durante le giornate estive. È comune vedere molte ragazze indossare lenti a contatto colorate, tingersi i capelli ed usare un make up per avere un aspetto più occidentale.

Donna cinese con ombrello sotto il sole
Ragazza cinese con make-up occidentale