Arianna Notaro
Pakistan
Il Pakistan, parte dell’Asia Meridionale, confina con il Mar Arabico, il Golfo di Oman, l’India, l’Afghanistan, l’Iran e la Cina. Con una popolazione di 224 milioni di abitanti, il Pakistan è la quinta nazione più popolosa al mondo ed è un paese culturalmente ed etnicamente diversificato.
È abitato da vari gruppi etnici, tra i più presenti i Punjabi, i Pashtun, i Sindhi, i Saraiki, i Muhajir e i Baluchi. Nonostante la lingua ufficiale sia l’urdu, questa è parlata solo dall’8% della popolazione. Tra le lingue più usate ci sono il punjabi, il pashto, il sindhi e il balochi. L’inglese viene usato come lingua franca, soprattutto negli ambiti formali.
La cultura pakistana è fortemente influenzata dalla religione musulmana, che è praticata dalla maggior parte della popolazione, e in una percentuale minore sono presenti induisti e cristiani.
A causa delle influenze delle culture occidentali, la società sta cambiando rapidamente, di conseguenza la percezione di questa cultura può essere diversa a seconda delle persone con cui si viene a contatto.
La cultura
La cultura pakistana è caratterizzata da un tipo di comunicazione indiretta. Prevale la tendenza ad esprimersi attraverso giri di parole e lunghe pause. I confronti diretti e le critiche possono essere interpretati negativamente.
Nella cultura pakistana è maleducato dire di no. Per questo motivo può capitare che le persone rispondano affermativamente anche quando non sono d’accordo, solo per educazione.
In generale si preferiscono le conversazioni di gruppo rispetto ai dialoghi tra sole due persone, soprattutto quando non ci si conosce bene, in questo modo si evitano i confronti diretti tra due interlocutori. Le conversazioni tra due persone di solito avvengono solamente tra persone con un rapporto di intimità, come amici e familiari.
Le caratteristiche dello stile comunicativo della cultura pakistana fanno rientrare il Pakistan, secondo l’antropologo Hall (1976), tra le culture ad alto contesto.
Il Pakistan per tanti secoli è stato parte dell’India, solo dopo la Partizione (1947) si è proclamato indipendente dallo stato Indiano per una diversità a livello religioso. Tuttavia culturalmente i due paesi sono molto simili: atteggiamenti e valori vengono spesso condivisi da pakistani e indiani.
La rivalità tra i paesi è ancora oggi molto sentita, infatti al confine tra India e Pakistan avviene tutti i giorni una cerimonia che celebra il nazionalismo in cui durante l’apertura e la chiusura del confine è presente una grande folla da entrambi i lati che supporta la propria identità culturale.
I rapporti tra i due paesi non sono per nulla pacifici soprattutto rispetto alla contestazione dello stato del Kashmir dove ancora oggi tumulti e guerre sono all’ordine del giorno.
cultura pakistana e italiana a confronto
L’antropologo e psicologo sociale Hofstede (1980, 1991, 2001, 2010) ha elaborato una lente di analisi che permette di esaminare le caratteristiche delle culture. Attraverso questo modello, possiamo confrontare la cultura italiana con quella pakistana (dimensioni di Hofstede).
Va specificato che questo modello fornisce delle indicazioni su tendenze culturali generali, ma all’interno di ogni cultura ogni individuo ha delle caratteristiche proprie e uniche.
Importanza delle gerarchie
Power Distance
Questa dimensione si riferisce alla misura in cui gli individui accettano o meno la distribuzione di potere e, di conseguenza, le disuguaglianze. L’Italia e il Pakistan hanno dei valori molto simili. L’Italia ha 50/100, mentre il Pakistan 55/100. Questi valori indicano che entrambe le culture accettano allo stesso modo sia l’uguaglianza tra i cittadini sia l’esistenza di strutture gerarchiche che determinano le disuguaglianze sociali.
Tuttavia, sebbene i valori siano molto simili alla cultura italiana, il Pakistan è un paese relativamente “giovane” e, di conseguenza, le condizioni economiche sono notevolmente differenti rispetto a quelle dei paesi occidentali, il che determina una grande disparità economica tale da non riuscire a garantire l’uguaglianza tra i cittadini.
Nell’ambito lavorativo le gerarchie sono particolarmente visibili.
Un esempio lo si può osservare nel settore agricolo, dove le terre sono distribuite in modo ineguale tra i proprietari e ciò crea una grande disparità a livello economico e sociale. Nelle zone più rurali l’organizzazione sociale non dipende dal sistema delle caste come avveniva quando il paese era parte dell’India ma è basata su legami di parentela e la distinzione in classi segue il lignaggio della famiglia di appartenenza.
L’organizzazione gerarchica la si può anche osservare nel settore mediatico. Sebbene la Costituzione pakistana garantisca libertà di espressione a tutti gli organi di informazione, i media sono comunque sottoposti all’Autorità di regolamentazione del governo (PEMRA) che di fatto sostiene la maggioranza politica.
Individualismo
Individualism
Questa dimensione si riferisce alla tendenza di una società a dare più importanza alle azioni del singolo rispetto a quelle del gruppo. Un valore basso in questa dimensione indica che la cultura è collettivista, un valore alto invece indica che la cultura è individualista. L’Italia ha un valore di 76/100 e può essere definita come una società con valori individualisti.
Il Pakistan ha un valore di 14/100, è quindi una società fortemente collettivista. Le relazioni sociali sono importanti e valorizzate sia dal punto di vista personale che professionale. Questo aspetto può essere riassunto attraverso il concetto di wasta, parola che indica la capacità di creare relazioni.
Per esempio, se una persona ha bisogno di aiuto tende a chiedere ad amici e familiari invece che rivolgersi alle istituzioni. Tra le relazioni di ogni individuo la famiglia è sicuramente quella più importante, che viene sempre messa al primo posto. Questa devozione nei confronti della famiglia si traduce in senso di appartenenza, unità e protezione.
Le famiglie sono spesso allargate perché ancora oggi, anche se in misura molto minore rispetto al passato, viene praticata la poligamia, che è legalmente consentita ma limitata agli individui di religione musulmana. Per gli indù, invece, la poligamia è severamente vietata, se non addirittura illegale.
Competitività
Masculinity
Questa dimensione indica la misura in cui una cultura dà importanza a valori come il successo e la competitività, o piuttosto la qualità della vita e delle relazioni. Un valore alto indica che la cultura è competitiva, un valore basso indica invece che la cultura è orientata verso la solidarietà e le relazioni.
L’Italia ha un valore di 70/100 e risulta essere pertanto una cultura orientata al successo e caratterizzata dalla competitività. Il Pakistan ha un valore di 50/100 che mostra come ci sia un equilibrio rispetto ai valori di competitività e assertività e quelli di qualità della vita.
Sono molte le persone che si spostano all’estero per migliorare la propria situazione economica e uscire dalla loro condizione di precarietà. Per esempio, i migranti pakistani in Italia, come i bangladesi, tendono ad essere competitivi e a lavorare assiduamente anche oltre l’orario stabilito di apertura di aziende e negozi.
Lo stipendio percepito, anziché essere usato in Italia, viene mandato alla famiglia che solitamente rimane in Pakistan. Questo mostra come da un lato ci sia la tendenza a raggiungere il successo e migliorare la propria condizione economica e sociale ma allo stesso tempo l’obiettivo raggiunto serve a migliorare la qualità della vita dei membri della famiglia in Pakistan.
Avversione all’incertezza
Uncertainty Avoidance
Questa dimensione indica la misura in cui i membri di una cultura si sentono minacciati dall’incertezza del futuro. Un valore basso indica che una cultura accetta l’incertezza del futuro, un valore alto indica invece una cultura che si sente minacciata dall’incertezza del futuro.
L’Italia e il Pakistan hanno valori molto simili, rispettivamente di 75/100 e 70/100. Questo mostra che sia le persone italiane sia quelle pakistane si sentono minacciate dall’imprevedibilità del futuro.
Sebbene i valori si somiglino, i comportamenti per evitare l’imprevedibilità del futuro in queste due culture vengono dettati da una parte dall’organizzazione della società, dall’altra sono influenzati dalla religione.
In Italia, ad esempio, la presenza di leggi, regole, norme e strutture burocratiche e organizzative determina il comportamento degli individui.
Il Pakistan, influenzato dalla religione musulmana, segue una linea più conservatrice attraverso la presenza di codici di comportamento ben definiti (le preghiere, il modo di vestire, i ruoli assegnati all’uomo e alla donna) che possono essere interpretati come dei modi per “combattere” l’imprevedibilità del futuro.
Orientamento al futuro
Long Term Orientation
Questa dimensione indica la tendenza di una società a conservare le tradizioni del passato o piuttosto a cercare il cambiamento. Le culture con un valore basso in questa dimensione sono quelle che desiderano mantenere vive le tradizioni e le norme del passato, e guardano con diffidenza ai cambiamenti. Le società con un valore alto in questa dimensione sono invece quelle che hanno un approccio più pragmatico e lavorano per prepararsi ai cambiamenti del futuro. L’Italia ha un valore di 61/100 mentre il Pakistan di 50/100. Questi valori indicano che l’Italia è più innovativa, mentre il Pakistan da valore in ugual misura alle tradizioni e al cambiamento.
I mezzi di informazione riflettono la dualità del Pakistan tra tradizione e cambiamento: nelle zone rurali del paese più tradizionaliste i media sono in lingua urdu mentre, nelle zone più urbanizzate dove vi è la tendenza al progresso e al cambiamento, i media sono in lingua inglese.
Indulgenza
Indulgence
Questa dimensione differenzia le culture sulla base di quanto ritengano che il soddisfacimento dei desideri degli individui sia importante, o quanto invece vada controllato. Un valore basso indica una cultura con un alto grado di controllo, un valore alto indica invece una cultura indulgente, con un basso grado di controllo.
In entrambe le culture si evidenzia il valore del controllo su quello dell’indulgenza, ma esso è maggiore in Pakistan: l’Italia ha un valore di 30/100 e il Pakistan di 0/100.
Il Pakistan è quindi una società caratterizzata da un forte controllo rispetto ai desideri, una tendenza al pessimismo e una propensione a dare priorità al dovere poiché lo svago e il divertimento vengono considerati “sbagliati”.
La cultura del Pakistan tende ad essere pragmatica e orientata al dovere. Questo è evidente negli ambienti lavorativi dove gli individui migrano dalle campagne ai principali centri urbani per cercare lavori, spesso con salari inadeguati e orari insostenibili. La pratica del lavoro coatto è radicata nella tradizione del paese e spesso viene gestita da mediatori che riforniscono i datori di lavoro di manodopera a basso costo.
La percezione del tempo
(Cronemica)
Il Pakistan è una cultura policronica in cui il tempo viene percepito in modo flessibile. Non essendo tangibile, il tempo può essere interpretato in modi diversi.
In Pakistan prevalgono due visioni del tempo. Nella sfera sociale di ogni individuo il tempo è flessibile e i ritardi vengono accettati. È normale presentarsi in ritardo agli incontri con amici e familiari.
Negli incontri formali, come per esempio negli incontri di lavoro, la puntualità dipende molto dallo status sociale di chi si incontra. Per esempio, se si deve incontrare un superiore, l’orario fissato per l’incontro viene solitamente rispettato.
Nella sfera religiosa la puntualità ha un valore importante e va rispettata rigidamente. Nella religione musulmana la preghiera è un aspetto fondamentale della vita che scandisce la giornata e determina la percezione del tempo.
Secondo l’Islam i momenti di preghiera sono cinque e seguono i movimenti del sole. La prima preghiera si chiama fajr e viene svolta all’alba, segue dhuhr a mezzogiorno, asr al pomeriggio, maghrib al tramonto e infine isha è la preghiera della notte. Anche altri aspetti della religione islamica seguono il tempo “della natura”, come per esempio il Ramadan, il mese del digiuno, che inizia e finisce in base alle fasi lunari.
La gestione dello spazio
(prossemica)
Lo spazio interpersonale, ovvero la distanza appropriata da tenere nelle relazioni interpersonali, è influenzato da una serie di fattori come il genere, l’età e l’intimità tra individui.
In Pakistan lo spazio interpersonale è più ravvicinato rispetto a quello di molte culture occidentali, come per esempio quella italiana. Tuttavia, di norma nelle conversazioni solo le persone dello stesso genere possono avere una posizione ravvicinata.
Contatto fisico
Aptica
Il contatto fisico varia a seconda del genere degli interlocutori. Tra persone dello stesso genere è considerato normale.
È comune vedere due uomini toccarsi le spalle a vicenda o passeggiare dandosi la mano.
Il contatto fisico tra generi diversi, invece, è considerato inappropriato e viene evitato, soprattutto nella sfera pubblica.
i Movimenti del corpo
(cinesica)
il contatto visivo
Guardare qualcuno direttamente negli occhi può essere interpretato come un comportamento maleducato.
Questo ovviamente dipende dalle situazioni e dai contesti, per cui lo sguardo diretto tra uomini non è sempre malvisto ma ci sono casi in cui è accettato, come tra amici o familiari.
Tra interlocutori di genere diverso, invece, è inappropriato guardarsi a lungo negli occhi.
In generale, abbassare lo sguardo viene inteso come un segno di rispetto e indica che non si sta cercando l’attenzione dell’altro.
i saluti
I saluti tra uomini avvengono stringendosi la mano. Se due uomini si conoscono bene possono anche salutarsi abbracciandosi.
Le donne solitamente si salutano abbracciandosi, baciandosi e toccandosi le mani.
I saluti tra persone di genere diverso non includono il contatto fisico diretto ma solo un leggero cenno con il capo.
Tra i saluti più tradizionali, che tuttavia oggi risultano meno usati, c’è quello di portare il palmo della mano destra vicino al viso fino a toccare la fronte con la punta delle dita.
Oltre ai gesti appena descritti usati per salutare, è comune iniziare una breve conversazione parlando della salute, della famiglia o del lavoro. Dimenticarsi di chiedere queste cose può essere visto come una mancanza di sensibilità e una mentalità opportunista.
La mano sinistra
Le due mani hanno funzioni ben distinte. La mano sinistra viene usata per l’igiene personale, mentre la mano destra viene usata per tutte le altre azioni come mangiare, bere, porgere qualcosa a qualcuno e salutare. Sin dall’infanzia i bambini vengono obbligati ad usare la mano destra per tutte le azioni quotidiane tra cui anche scrivere.
Usare la mano sinistra è quindi considerato maleducato e viene mal visto anche se a compiere il gesto è una persona mancina.
I gesti emblematici
Come ogni cultura, anche quella del Pakistan ha dei gesti emblematici, ovvero dei gesti che sono specifici di quella cultura e possono essere causa di fraintendimenti e incomprensioni da parte di chi non ne conosce il significato.
Come in India, in Bangladesh e in Sri Lanka, anche in Pakistan si usa la head bobble (o head wobble), ovvero un’oscillazione ripetuta della testa da una parte all’altra.
Questo movimento viene usato per comunicare diversi messaggi come “sì, no, forse, ho capito, va bene”, ecc.
Attraverso le parole che lo accompagnano e il contesto, è di solito possibile dare un’interpretazione corretta a questo gesto, che rimane comunque una caratteristica dei parlanti che si nota molto.
Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/EoJ4Bvsq7gQ?t=16
Chiudere la mano destra a pugno e sbatterla contro la mano sinistra ha un significato di vendetta.
Anche l’azione di toccarsi la barba o i baffi con una mano può essere interpretata come un gesto che esprime vendetta.
L’azione di toccare le tempie o la testa con entrambe le mani può essere interpretata come disprezzo nei confronti di qualcuno.
Il movimento di far toccare l’indice e il pollice creando una sorta di cerchio, mantenendo le altre dita distese e rivolgendo il palmo verso l’interlocutore è un gesto osceno e maleducato.
Tuttavia, al giorno d’oggi in Pakistan si sa che lo stesso gesto viene interpretato come “ok” in molte culture occidentali
Così come in India, anche in Pakistan per chiedere scusa ed indicare che si ha commesso uno sbaglio si tirano i lobi di entrambe le orecchie con il pollice e l’indice delle rispettive mani con un movimento singolo e prolungato.
Per chiamare qualcuno si usa la mano destra.
Il palmo della mano è rivolto verso il basso e le dita si piegano verso l’interno in direzione del corpo di chi sta compiendo il gesto.
Tenere la mano aperta, con le dita distese e il palmo rivolto verso l’interlocutore è considerato un gesto molto maleducato.
Aspetto esteriore
L’abbigliamento è strettamente legato alla religione musulmana.
È opportuno vestirsi in modo semplice per non attirare attenzione e non accentuare la sagoma della propria figura, specialmente per il genere femminile.
In Italia gli uomini pakistani tendono a vestirsi all’occidentale, mentre le donne continuano ad usare gli abiti tradizionali.
Abbigliamento femminile
L’abbigliamento femminile tende a coprire interamente il corpo. Vengono indossati principalmente due tipi di abbigliamento.
Il salwar kameez è composto da un’ampia tunica e da un paio di pantaloni, solitamente coordinati, e una dupatta, una lunga sciarpa che viene usata per coprire la testa.
I pantaloni del salwar kameez possono essere dritti, a campana, oppure larghi e stretti in fondo creando così delle pieghe.
La maggior parte delle donne indossa l’hijab, il velo islamico, avvolto intorno al collo e alla testa e lasciando scoperto solo il viso.
Nelle zone rurali, più conservatrici e tradizionali, le donne tendono a coprirsi di più.
Come in Bangladesh, spesso indossano il burqa, che copre interamente il corpo e il viso della donna.
Questo può essere con il niqab, ovvero un lembo di stoffa che copre naso e bocca ma lascia gli occhi scoperti, senza niqab, che copre solo i capelli, oppure con un velo semitrasparente che copre anche gli occhi.
Nella cultura pakistana è comune che le donne appena sposate indossino dei bangles, ovvero dei bracciali rigidi di vari materiali.
È considerato di cattivo auspicio che le donne sposate non indossino questi bracciali.
Il mehndi è un tatuaggio temporaneo a base di henné rosso che viene applicato su mani e piedi.
Come in India, spesso viene usato durante occasioni speciali come i matrimoni, in cui sia la sposa sia le invitate si fanno tatuare le mani.
Abbigliamento maschile
Gli uomini indossano solitamente una salwar kameez, ovvero una camicia lunga (kameez) che arriva fino al ginocchio o all’anca e dei pantaloni morbidi (salwar) solitamente di tinta unita o di colori neutri come nero, marrone e bianco.
Questo tipo di abbigliamento ha due versioni, una più informale in cotone e una più ricercata in seta o in velluto che viene usata nelle occasioni speciali.
Gli uomini indossano spesso un copricapo detto taqiyaho o topi.
Il venerdì è il giorno del riposo e della preghiera.
Durante questa giornata gli uomini si vestono di bianco e portano un copricapo, anch’esso bianco.