Chiara Facciani

India

L’India, parte dell’Asia Meridionale, confina con l’Oceano Indiano, il Mar Arabico, il Golfo del Bengala, il Pakistan, la Cina, il Nepal, il Bhutan, il Bangladesh e il Myanmar.

Con una popolazione di più di 1 miliardo e 390 milioni di abitanti, l’India è un paese estremamente diversificato dal punto di vista etnico, religioso, culturale e linguistico.

I principali gruppi etnici sono quattro: il gruppo indo-ariano presente nell’area centrale e settentrionale del paese, il gruppo dravidico, diffuso nella zona meridionale del paese e negli arcipelaghi, il gruppo tibetano-birmano presente nelle regioni montane dell’Himalaya e il gruppo austro-asiatico, gruppo più piccolo e suddiviso in piccole comunità principalmente nel Golfo del Bengala. Oltre a queste quattro etnie principali esistono circa 400 gruppi tribali, presenti soprattutto nel nord del Paese. Nel paese si parlano 22 lingue principali e centinaia di dialetti.

La maggior parte delle persone è bilingue o multilingue. Non esiste una lingua ufficiale e l’inglese svolge la funzione di lingua franca, soprattutto in ambito commerciale e burocratico, ma non tutta la popolazione lo capisce e lo parla.

Dal punto di vista religioso, la maggior parte della popolazione è induista (79%) mentre i musulmani rappresentano il 14% della popolazione. Inoltre sono presenti minoranze religiose come i cristiani e i sikh.

A causa delle influenze delle culture occidentali, la società sta cambiando rapidamente, di conseguenza la percezione di questa cultura può essere diversa a seconda delle persone con cui si viene a contatto.

La cultura

Secondo l’antropologo Hall (1976), l’India appartiene alle culture ad alto contesto. Questo vuol dire che è caratterizzata da un tipo di comunicazione indiretta, dove giocano un ruolo fondamentale il contesto, gli elementi non verbali della comunicazione e il tono della voce.

Lo stile tende ad essere non conflittuale. È considerato maleducato rispondere negativamente ad una domanda, e per questo prevalgono forme meno esplicite come “forse“, “ti faccio sapere“, ecc. oppure un “” anche quando si vorrebbe dire “no“.

Testimonianza insegnate di italiano
Donne indiane che parlano, Rajastan, India
Donne indiane che parlano, Rajastan, India

cultura indiana e italiana a confronto

Possiamo mettere a confronto la cultura indiana e quella italiana facendo riferimento alla lente di analisi elaborata dall’antropologo e psicologo sociale Hofstede (1980, 1991, 2001, 2010) (dimensioni di Hofstede), il quale ha sviluppato sei indici relativi agli atteggiamenti, ai comportamenti e alle pratiche organizzative e sociali da utilizzare nell’analisi interculturale, riportati qui sotto.

Va specificato che questo modello fornisce delle indicazioni su tendenze culturali generali, ma all’interno di ogni cultura ogni individuo ha delle caratteristiche proprie e uniche.

Importanza delle gerarchie

Power Distance

Questa dimensione si riferisce alla misura in cui gli individui accettano o meno la distribuzione di potere e, di conseguenza, le disuguaglianze. L’Italia ha un valore di 50/100, mentre l’India di 77/100. Ciò indica che l’India è una cultura più gerarchica rispetto all’Italia

Per secoli la gerarchia dell’India si è basata su un sistema di caste che distingueva gli individui in base alla tipologia del loro mestiere e al reddito. Nonostante questo sistema sia stato abolito nel 1948, ad oggi sussiste ancora una netta discrepanza tra le classi sociali che determina disuguaglianze.

Esistono diversi aiuti statali per sostenere chi in passato è stato discriminato per la divisione in caste come la “below poverty line” o la “ration card“, sistemi che forniscono aiuti economici a chi ha un reddito sotto la soglia limite. Esiste anche un sistema di posti riservati nei lavori statali, nelle università, ecc. (reservation system) che vengono assegnati a chi in passato è stato discriminato per la casta. Tuttavia, questo sistema può creare delle nuove disuguaglianze poiché i posti vengono assegnati a discapito del merito. 

La distribuzione gerarchica del potere si riflette nella comunicazione. Chi ha un ruolo gerarchicamente inferiore tende a non interrompere l’interlocutore, a mantenere il volume basso della voce ed a utilizzare di frequente appellativi formali come “madam/sir/miss”.

D’altro lato, chi ha un ruolo gerarchicamente superiore può permettersi di utilizzare un tono di voce più alto ed interrompere o sovrapporsi al turno dell’interlocutore.

Testimonianza operatore sociale

Individualismo

Individualism

Questa dimensione si riferisce alla tendenza della società a dare più importanza alle azioni del singolo rispetto a quelle del gruppo. Un valore basso in questa dimensione indica che una cultura è collettivista, un valore alto invece indica che una cultura è individualista.

L’Italia, con un valore di 76/100 dà maggiore valore alle azioni individuali rispetto a quelle della collettività. Il valore di 48/100 dell’India indica come sia una cultura dove viene dato valore sia all’individuo sia alla collettività.

Secondo il concetto di karma della filosofia induista, le azioni che ogni individuo compie durante la vita – sia buone che cattive – determinano la rinascita nella vita successiva.

Di conseguenza, ogni individuo tende a volersi comportare bene e a fare del bene agli altri, soprattutto perché la filosofia induista riconosce la presenza di Dio in ogni cosa e in ogni persona, per questo tutti vanno rispettati.

Altro aspetto importante è l’appartenenza ad un gruppo (amici, famiglia, colleghi). La famiglia in particolare ha un ruolo centrale. Nelle zone rurali, è comune vivere con la famiglia estesa in cui due o tre nuclei familiari convivono nella stessa casa.

Rituale induista sul fiume Gange nella città di Rishikesh, India
Rituale induista sul fiume Gange nella città di Rishikesh, India

Competitività

Masculinity

Questa dimensione indica la misura in cui una cultura dà importanza a valori come il successo e la competitività, o piuttosto la qualità della vita e delle relazioni.

Un valore alto indica che la cultura è competitiva, un valore basso indica invece che la cultura è orientata verso la solidarietà e le relazioni.

Il valore di 70/100 dell’Italia indica come sia una cultura fortemente orientata al successo, mentre il valore di 56/100 dell’India riflette un equilibrio rispetto ai valori di competitività e assertività.

Avversione all’incertezza

Uncertainty Avoidance

Questa dimensione indica la misura in cui i membri di una cultura si sentono minacciati dall’incertezza del futuro. Un valore basso indica che una cultura accetta l’incertezza del futuro, un valore alto indica invece una cultura che se ne sente minacciata.

Il valore dell’Italia di 75/100 indica che, a livello culturale, ci si sente minacciati dall’imprevedibilità del futuro.

ll valore basso di 40/100 dell’India indica una società dove gli individui sono flessibili e accettano l’incertezza del futuro.

Il termine hindi jugaad si riferisce proprio alla capacità di gestire l’incertezza, accettando che non tutto possa andare secondo i piani e adattandosi alla situazione, cercando di trovare soluzioni alternative.

Per esempio, se una famiglia di quattro persone non ha una macchina per spostarsi può utilizzare semplicemente uno scooter; se si vuole aprire un’attività ma non si ha un locale, basta avere una moto.

Famiglia di quattro persone su uno scooter, Mumbai, India
Famiglia di quattro persone su uno scooter, Mumbai, India
Moto trasformata in un bar, Delhi, India
Moto trasformata in un bar, Delhi, India

Orientamento al futuro

Long Term Orientation

Questa dimensione indica la tendenza di una società a conservare le tradizioni del passato o piuttosto a cercare il cambiamento. Le culture con un valore basso in questa dimensione sono quelle che desiderano mantenere vive le tradizioni e le norme del passato e guardano con diffidenza ai cambiamenti.

Le società con un valore alto in questa dimensione sono invece quelle che hanno un approccio più pragmatico e lavorano per prepararsi ai cambiamenti del futuro.

L’Italia ha un valore di 61/100 mentre l’India di 51/100. Questi valori indicano che l’Italia e l’India non sono molto differenti, entrambe le culture danno valore alle tradizioni ma l’Italia è più innovativa rispetto all’India.

Indulgenza

Indulgence

Questa dimensione differenzia le culture sulla base di quanto ritengano che il soddisfacimento dei desideri degli individui sia importante, o quanto invece vada controllato.

Un valore basso indica una cultura con un alto grado di controllo, un valore alto indica invece una cultura indulgente, con un basso grado di controllo.

L’Italia ha un valore di 30/100 e l’India di 26/100.

Entrambe sono culture che tendono a limitare impulsi e desideri. Prevale inoltre una tendenza al pessimismo e una propensione a dare priorità al dovere rispetto al tempo libero.

Hofstede, 2010, Modello delle 6 Dimensioni
Hofstede, 2010, Modello delle 6 Dimensioni

La percezione del tempo

(Cronemica)

L’India è considerata una cultura policronica, in cui il tempo viene percepito in modo flessibile. La puntualità non è fondamentale negli incontri informali, ma è importante negli incontri formali.

La visione del tempo è ciclica, probabilmente influenzata dalla filosofia induista che crede in un ciclo di rinascite e rimorti, ovvero nella reincarnazione.

La filosofia induista crede che quando si muore ci si reincarna in un altro essere vivente a seconda dei comportamenti avuti nella vita precedente e così via in un circolo senza fine.

Prevale anche un forte orientamento al futuro. Gli indiani sono grandi lavoratori, i negozi e le attività lavorative sono aperte tutti i giorni della settimana e fino a tarda sera.

La tendenza a lavorare molto è volta a raggiungere una stabilità economica per assicurare un futuro alla propria famiglia. Per questo motivo i lavori più ambiti sono quelli statali che assicurano stabilità e sono ben pagati.

La gestione dello spazio

(prossemica)

Lo spazio interpersonale, ovvero la distanza appropriata da tenere nelle relazioni interpersonali, è influenzato da una serie di fattori come il genere, l’età e l’intimità tra individui. Quando lo spazio interpersonale non viene rispettato si possono verificare irrigidimenti o situazioni di disagio.

Contatto fisico

Aptica

Il contatto fisico varia a seconda del genere degli interlocutori. Il contatto fisico in pubblico viene solitamente evitato, soprattutto tra uomini e donne.

Si evita quindi di abbracciarsi, baciarsi o tenersi per mano pubblicamente. Il contatto avviene solo in alcune occasioni tra persone dello stesso sesso, per esempio è possibile vedere due uomini tenersi per mano per strada.

È considerato inappropriato o offensivo toccare la testa di qualcuno, specialmente bambini, anziani, figure religiose e statue di divinità poiché è la parte più sacra del corpo.

i Movimenti del corpo

(cinesica)

il contatto visivo

Le modalità con cui si mantiene il contatto visivo dipendono da chi si ha di fronte. In tutti i casi in cui si ha a che fare con qualcuno che non si conosce bene o è gerarchicamente superiore si evita il contatto visivo prolungato.

Testimonianza insegnante di italiano L2

i saluti

Saluto Namaste

Namaste: saluto che significa “mi inchino a te” e che viene utilizzato all’inizio o alla fine di una conversazione congiungendo le mani all’altezza del petto, del mento o della fronte, accennando al contempo un inchino con la testa.

Toccare i piedi degli anziani

Toccare i piedi degli anziani è una pratica comune. È un modo per esprimere rispetto nei loro confronti.

La mano sinistra

È comune utilizzare esclusivamente la mano destra per mangiare, passare oggetti, ecc.

L’uso della mano sinistra viene solitamente associato all’igiene personale, per cui toccare una persona o passare un oggetto con la mano sinistra può risultare maleducato.

I gesti emblematici

Come ogni cultura, anche quella dell’India ha dei gesti emblematici, ovvero dei gesti che sono specifici di quella cultura e possono essere causa di fraintendimenti e incomprensioni da parte di chi non conosce il loro significato.

Head wobble

Head bobble (o head wobble): l’oscillazione ripetuta della testa da una parte all’altra.

Il movimento ricorda il movimento della testa usato nella gran parte delle culture occidentali per indicare “non lo so“; nella cultura indiana viene utilizzato per comunicare una pluralità di messaggi quali: “sì, no, forse, ho capito, va bene“, ecc.

Il contesto e il verbale possono aiutare a intendere il significato specifico di questo gesto.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/EoJ4Bvsq7gQ?t=16

Testimonianza operatrice sociale

Contare con le dita: in India si impara a contare a scuola usando le mani. In particolare, si utilizzano le falangi delle dita.

In questo modo con una sola mano si può contare fino a venti, poiché a ogni dito vengono assegnate quattro unità.

Il movimento consiste nel toccare con il pollice della mano destra le falangi delle dita partendo dalla falange del mignolo più vicina al palmo della mano e così via fino a toccare la punta del mignolo e poi passando al dito successivo.

Guarda questo gesto completo
https://youtu.be/UixU1oRW64Q?t=76

Contare con le dita
Per chiedere cosa, quanto costa, come,  perché

Per chiedere “cosa?, quanto costa?, come?,  perché?” si apre la mano destra tenendo il pollice, l’indice e il medio distesi, mentre l’anulare e il mignolo rimangono piegati e vicini al palmo della mano.

Dopo di che si muove leggermente la mano con un movimento di semi-rotazione.

Allo stesso tempo viene spesso prodotto un turno verbale e si alzano le sopracciglia.

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https://youtu.be/faxKvzwcMWI?t=76

Achha: il gesto di far toccare l’indice e il pollice creando una sorta di cerchio e mantenendo le altre dita distese viene utilizzato per esprimere un commento positivo, per esempio alla fine di un pasto.

Durante questo gesto il palmo della mano è rivolto verso l’interlocutore.

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https://youtu.be/Pioi79ZVvp4?t=602

Achha

Scusa: si utilizzano il pollice e l’indice per toccare e tirare verso il basso il lobo delle orecchie (orecchio destro, mano destra – orecchio sinistro, mano sinistra).

Il movimento è singolo e prolungato e viene utilizzato per chiedere scusa ed indicare che si ha sbagliato.

Per indicare “niente” si chiude la mano destra, con il palmo rivolto verso l’esterno, avvicinando tutte le dita per riaprirle subito dopo.

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https://youtu.be/Pioi79ZVvp4?t=293

Gesto per indicare "niente"
Gesto per esprimere "avvicinati"

Per esprimere “avvicinati!” si alza la mano destra tenendola chiusa a pugno, poi si muovono ripetutamente le dita avvicinandole al palmo della mano con un movimento che va in avanti e indietro.

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https://youtu.be/Pioi79ZVvp4?t=91

Il gesto di portare il palmo della mano destra sulla fronte indica sgomento ed esasperazione.

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https://youtu.be/Pioi79ZVvp4?t=234

Sgomento ed esasperazione
Gesto per esprimere "fermati"

Per esprimere “fermati!” si allunga il braccio destro e si apre la mano destra, tenendo il palmo aperto di fronte all’interlocutore.

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https://youtu.be/Pioi79ZVvp4?t=651

Il gesto di toccare vigorosamente una mano con l’altra, quasi come se fosse un forte applauso, portando poi la mano sinistra in alto ed accompagnando questo movimento con una risata prolungata, serve ad enfatizzare ed esprimere divertimento.

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https://youtu.be/Pioi79ZVvp4?t=524

Gesto per enfatizzare ed esprimere divertimento
Gesto che può indicare rabbia

Mordere il labbro superiore può indicare rabbia.

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https://youtu.be/faxKvzwcMWI?t=170

Toccare l’indice e il pollice della mano sinistra e tenere le altre dita chiuse a pugno viene utilizzato per dire “poco“. 

Gesto per dire "poco"

Aspetto esteriore

Abbigliamento femminile

L’abbigliamento è strettamente legato alle aree geografiche, all’occasione particolare e all’età.

Sari

Sari: una fascia di stoffa che viene avvolta intorno al corpo con metodi che variano a seconda della sua funzione e delle regioni.

Le nuove generazioni lo indossano solo per gli eventi importanti (matrimoni, cene fuori) e con stoffe molto ricercate e decorate. Le generazioni più anziane, soprattutto nelle aree rurali, lo indossano quotidianamente.

Lehenga: una gonna lunga fino alla caviglia e svasata, abbinata ad un top dello stesso colore detto choli e ad una dupatta, uno scialle, anch’esso coordinato.

Viene indossato esclusivamente nelle occasioni speciali.

Lehenga
Salwar kameez

Salwar kameez: tunica e pantaloni, coordinati ad una dupatta, una lunga sciarpa.

Viene indossato quotidianamente. I pantaloni possono essere dritti, a campana oppure larghi sulle gambe e stretti nella caviglia creando così delle pieghe.

Poiché il salwar kameez è composto da due pezzi (tunica e pantaloni) è comune vedere le donne indiane indossare la tunica che compone il salwar kameez abbinata ad un paio di jeans.

Bindi: è una decorazione sulla fronte che va dalle più semplici di colore rosso a  quelle più ricercate brillantate e di vari colori.

Originariamente il bindi indicava l’età, lo stato civile, religioso ed etnico di chi lo indossava, mentre oggi si porta esclusivamente come decorazione estetica.

Bindi: decorazione sulla fronte
Sindur o sindooram

Sindur o sindooram: un impasto di colore rosso che viene applicato nella scriminatura dei capelli delle donne sposate.

La sua funzione è puramente estetica.

I bangles sono dei braccialetti che solitamente vengono indossati nelle occasioni speciali.

I colori e i materiali possono cambiare a seconda delle regioni e delle occasioni.

Per esempio nello stato del Punjab le donne indossano bangles bianchi e rossi durante il giorno del loro matrimonio, mentre nel Bengala Occidentale i bangles sono bianchi e fatti di conchiglie.

Bangles
Mehndi

Mehndi: tatuaggio temporaneo a base di henné rosso applicato su mani e piedi.

Il Mehndi viene usato nelle occasioni speciali, per esempio nelle celebrazioni dei matrimoni.

Abbigliamento maschile

Al giorno d’oggi gli uomini indiani si vestono quasi esclusivamente all’occidentale, tuttavia nelle zone rurali è possibile vedere anche persone che indossano abiti tradizionali.

Dhoti

Dhoti: una fascia di stoffa lunga che si avvolge intorno alle gambe creando una sorta di gonna, solitamente abbinato con una kurta, una casacca un po’ più lunga di una camicia occidentale.

Salwar kameez: una casacca lunga e dei pantaloni che possono essere dritti oppure larghi sulle gambe e stretti sulla caviglia creando delle pieghe.

Questo tipo di abbigliamento ha due versioni, una più informale in cotone e una più ricercata in seta o velluto che viene utilizzata nelle occasioni speciali.

Salwar kameez
Dastār

Dastār: turbante portato dagli uomini di religione Sikh.